La voce e gli urli dei bambini distolgono la mia attenzione dal copione che sto adattando. Mia figlia insieme ad altri bambini gioca, alle maghe e ai supereroi, credo. Non chiedermi come le due cose possano coesistere.

Sicuramente lei era una fatina.

La loro avventura si districava nei prati e dentro il parco giochi. Vedevo che si lanciavano i colpi e le magie gridando a gran voce, come ho fatto anch’io mille volte al leggio, doppiando cartoni giapponesi:

Colpo di questooooo Colpo di quest’altrooooo.

Mia figlia non guarda la televisione, quindi non può aver appreso questa metodologia di emissione della voce, questi colpi, questa interpretazione dalla TV. Probabilmente è stata contagiata dagli amichetti a scuola (imitazione??).

E mi stavo chiedendo se è nata prima la voce urlata nel doppiaggio o l’urlo nel gioco reale. Magari una volta, prima delle serie TV i bambini interpretavano i pirati o le avventure di Peter Pan in maniera differente. Oppure non è vera nessuna delle due ipotesi e semplicemente riproponiamo le interpretazioni di attori giapponesi che sputano corde vocali sul microfono (!!!).

Ad un certo punto ho deciso di unirmi al gioco.

Avevo capito la scena, l’ambientazione, lo scopo del gioco e i ruoli in “gioco”. Sapendo recitare un pochino ( 😉 ) pensavo di poter interpretare almeno una piccola parte in questo gioco.

Così sono balzato improvvisamente nella storia urlando a gran voce:

Sfera di ghiacciooooooooo!!!!!

 

 

Si sono gelati tutti! O__O’

 

No, non letteralmente.

Non ho davvero questo superpotere. E dopo un piccolo silenzio (anche perché il loro silenzio e proporzionale alla loro statura e alla loro pazienza) hanno ripreso il loro gioco, ignorandomi.

Solo mia figlia, con aria mista tra il rimprovero e la compassione mi dice con un filo di voce:

“Papà non è così che si gioca!!!”.

E come qualsiasi fatina dovrebbe fare, si volta e si allontana lanciando (correttamente) magie.

Non è così che si gioca???? Ehi ho lavorato con grandi doppiatori, ho studiato con attori dell’Actor Studio e tu, fatina di 5 anni vieni a dire a me che sono fuori parte???? Ma siamo matti???

bambino che urla a gran voce

Questo mini regista però mi ha fatto pensare a quello che insegnava Orazio Costa che distingue l’istinto mimico dall’imitazione. Diceva infatti Costa:

“Comincio a rilevare l’importanza essenziale ai fini dello sviluppo dell’individuo animale superiore dell’istinto dell’imitazione. Attraverso esso il piccolo imitando l’adulto, acquista il carattere definitivo della specie; le abitudini, le qualità. L’uomo partecipa di questo istinto di imitazione; tuttavia la sua attenzione non si limita agli individui della sua specie, ma va a tutto ciò che può considerare individuale che sia animato o inanimato […] l’imitazione puramente animale si esercita per ripetizione “membro a membro” di un atto o di una serie di atti e con il piccolo d’uomo ( e anche l’uomo maturo) che si eserciti all’imitazione di oggetti (animali, cose, fenomeni) si trova senza membri identici atti all’imitazione […] quasi senza accorgersene, e seguendo un istinto che chiamo “mimico” valica con tutta spontaneità questo limite d’impossibilità e continua ad imitare senza corrispondenza di membri identici [..] Dall'”imitare” si passa al “mimare”. Dalla pura e semplice ripetizione si passa ad una funzione che è nello stesso tempo interpretativa e creativa. Interpretativa perché non potendo riprodurre traduce, creativa perché la scelta degli atti espressivi non è meccanicamente automatica ma è affidata alla natura dell’individuo […].”

Per Orazio Costa l’istinto mimico è presente nel bambino in maniera naturale e questo permette al piccolo di improvvisarsi e divenire ciò che desidera.

Una voce lontana 2000 anni mi suggerisce di dire: se “non diventerete come i bambini” non “reciterete” nel regno dei cieli.

Ma qui mi fermo, non vorrei immedesimarmi troppo in questo personaggio 🙂 . Mi accontento di imparare a lanciare a gran voce le sfere di ghiaccio.