Un giorno ero stato chiamato per doppiare un documentario sulla tragedia dell’11 settembre alle Torri Gemelle.

Oramai era passato un po’ di tempo dall’accaduto e di documentari da doppiare, film, riproposizioni ne erano già usciti a bizzeffe… se pensi di leggerci una critica sul fatto che si debbano cavalcare tragedie del genere per fare soldi… hai letto bene.

Comunque sia, era un documentario un po’ strano da doppiare. Non erano le solite scene che ormai sono entrate nel nostro vissuto e immaginario. Più volte, vedendo gli attori che prendevano parte a questi video avevo commentato “ma come recitano?” oppure “è fatto proprio male questo documentario”.

In effetti i personaggi che guardavano cadere le torri, o che assistevano agli schianti degli aerei si comportavano in maniera scoordinata, poco credibile!

Qualsiasi regista avrebbe rifatto la scena e avrebbe dato maggiori indicazioni alle comparse, agli attori… perlomeno per far in modo che reagissero in maniera congrua alla tragedia che stava accadendo.

C’era una scena da doppiare e a un certo punto sono davvero sbottato. In quell’anello si assisteva al crollo della prima torre, e c’era una persona esageratamente terrorizzata con una gestualità quasi da avanspettacolo o da macchietta.

Immagina l’urlo di Munch, ecco, hai idea a cosa mi riferisco.

#recitazione esagerata

Accanto a costei c’era una persona con la faccia impassibile. Poco distante un omaccione corpulento in lacrime (gli avrebbero potuto dare la parte dell’eroe fiero) e ciliegina sulla torta, dietro questo capannello assurdo di recitanti improvvisati, un colletto bianco passeggiava parlando in maniera distratta al cellulare e infischiandosene dell’inferno che succedeva alle sue spalle.

 

“Ma come recitano male!!!!”

 

A quel punto il direttore e il fonico, che per tutto il tempo dei miei commenti, aveva tenuto un sorriso sornione, mi dissero:

 

“Sono filmati inediti dell’11 settembre.

Quelli NON sono attori,

ma gente autentica,

durante l’attacco terroristico”

OPS!

 

Vabbè ho fatto una grossa gaffe, però consentimi di dire che:

quando viviamo la vita di tutti i giorni recitiamo davvero male!

😉

La mia figuraccia mi ha fatto riflettere parecchio. Ho iniziato a guardare il comportamento della gente intorno a me in maniera più attenta. E ho trovato davvero molto interessante studiare il punto di contatto (se esiste) tra la realtà, e la realtà trasposta.

E’ difficile conciliare queste due cose, davvero. Il nostro gusto da spettatore è pretenzioso. Se proponiamo allo spettatore la realtà, lo spettatore inizia ad alzare le barriere mentali, critiche, e la comunicazione viene interrotta.

Per assurdo ho travato il miglior collegamento tra realtà e realtà trasposta… nelle candid camera.

Lo so magari pensavi che citassi un attore famoso, un regista di grido. Ma anche i più grandi attori e registi si muovono nel campo delle CONVENZIONI. Ripropongono qualcosa, secondo degli standard recitativi, di ritmo, di fotografia… diversi dal reale.

Nella Candid invece gli attori complici, devono recitare in maniera molto vicina alla vita di tutti i giorni, non ci sono copioni scritti, e le reazioni della gente sono autentiche (anche se alle volte teatralmente inaccettabili) ;-p . Ovviamente non parlo delle candid camera farlocche. Ti invito perciò a studiare un po’ di video in rete e di osservare le reazioni della gente comune per studiarne il comportamento.

 

Spero di averti messo una piccola pulce nell’orecchio e ti invito a sorprenderti (ogni tanto fermati e chiediti: come mi sto muovendo? Come sto parlando?) per verificare come stai “recitando” la tua vita.

Se pensi che sia tutta una cavolata allora… sorridi sei su candid camera!