Il voice over per documentari o comunemente chiamato narratore, è un doppiatore che deve lasciare il segno!

Alle volte con i miei allievi faccio l’esempio del solista o dell’equilibrista senza rete di protezione. Il doppiatore che è la voce dei voice over per documentari mette la propria voce in evidenza, non ci sono rumori, musiche che supporteranno la recitazione. La voce del narratore sarà la colonna portante del prodotto. Per questo motivo, oltre alle caratteristiche che ho già elencato in QUESTO articolo, deve avere alcune caratteristiche tecniche inalienabili.

La pulizia dei voice over per documentari deve essere pressoché perfetta. Quindi, se stavi pensando di usare lo speakeraggio come ripiego “facile” per la carriera di doppiatore, devi ricrederti. Ovviamente sto dando per scontata la dizione. Se sto parlando di un argomento sconosciuto leggi QUI.

Un aspetto che spesso trae in inganno è la prosodia delle frasi. I voice over per documentari ben fatti non sono noiosi, non sono monotoni. Monotoni con lo stesso tono. Se fai attenzione, vi sono infinite sfumature tonali che muovono la voce, a volte con un ritmo più incalzante, a volte con un ritmo più morbido. Tutto questo renderà gli aspetti espressivi ed esplicativi più immediati.

Sicuramente ascoltare e intonarsi alla voce guida può essere di grande aiuto, ma non sempre i voice over per documentari realizzati all’estero, rispecchiando i nostri standard qualitativi. Alle volte sono troppo piatti, e questo rischia di ammorbare anche il nostro documentario. Altre volte sono troppo ingolati con colpi di glottide tipo DJ anni 80 (Supertelegattone, miaooo!) Il voice over per documentari italiani, alle volte, si discosta dall’originale, per riportarlo a uno stile più morbido, educato, elegante.

Ovviamente saranno il cliente e il direttore a indirizzare le scelte artistiche che dovremo seguire.

Ma ci sono aspetti che non sono propriamente “artistici”, che riguardano i voice over per documentari. Infatti forse avrai notato che esistono due stili principali di documentaristica.

  • Il primo, il classico, quello che hai sempre ascoltato sui canali RAI e ora anche tra le direttive di Netflix, è quello di lasciare da 1-3 secondi di originale e poi partire con la voce italiana. Quindi nel primo genere di voice over per documentari, dovrai aspettare un paio di secondi e poi partire. Al termine della frase, dove è possibile, la voce italiana finirà PRIMA dell’originale e si sentirà con un volume più alto concludere l’originale. Quindi l’italiano dovrebbe finire prima della voce guida. Questa modalità è stata utilizzata per molti anni.
  • La seconda modalità è quella che Sky ha introdotto nell’ultimo decennio . Si parte insieme all’originale e si finisce insieme. Questa modalità può sembrare a prima vista più difficile, ma per i riflessi allenati sul sync, è una passeggiata. Questo secondo metodo, però, nasconde alcune insidie, sia per i doppiatori, sia per i dialoghisti dei voice over per documentari. Ma questo aspetto lo analizzo più nel dettaglio nel mio corso per adattatori dialoghisti QUI.

E se non c’è la voce guida? Potrebbe essere un documentario realizzato in Italia!

In questo caso, dovrai davvero spendere al meglio le tue qualità di autorità sull’argomento. Non dovrai far capire che sei uno speaker o un doppiatore, ma sei colui che rivela la verità su quell’argomento. In questo caso, ancora di più che negli altri sei senza rete di protezione. Cosa serve davvero in questi casi? La recitazione! Pensavi di poter ripiegare sui voci over per documentari perché “più semplici”, invece la nostra amica recitazione è indispensabile se vuoi avvicinarti al leggio di doppiaggio. In ogni caso.

Ovviamente se stai cercando una voce per i tuoi e-learning e per i tuoi video… scrivimi qui: info@rivettiwalter.com